Il diabete mellito tipo 2 rappresenta il disordine endocrino-metabolico più diffuso nel mondo: colpisce il 5-10% della popolazione dei Paesi industrializzati e rappresenta circa il 2 90% di tutti i casi di diabete mellito. Costituisce inoltre un problema di sanità pubblica enorme ed in continua crescita: le attuali proiezioni dell’International Diabetes Federation stimano che il numero di diabetici nel mondo salirà a 629 milioni nel 2045.
La pandemia in atto legata alla rapida diffusione di casi di malattia da Coronavirus SARSCoV-2 (COVID-19) ha in parte rivoluzionato l’approccio clinico alla persona con diabete. I dati epidemiologici disponibili ad oggi suggeriscono che il diabete non aumenta il rischio di contrarre l’infezione da Covid-19; tuttavia una volta contratta, l’infezione sembrerebbe associarsi a rischi maggiori di complicanze rispetto alle persone che non hanno il diabete. Le raccomandazioni sul distanziamento sociale necessario per minimizzare il rischio di infezione rendono, oggi, i servizi di Telesalute/Telemedicina le vie preferenziali per la gestione clinica delle persone con diabete. Inoltre, l’implementazione di regimi terapeutici efficaci e flessibili si rende necessaria per facilitare la compliance dei pazienti alle terapie prescritte e migliorare le strategie di monitoraggio glicemico.
La recente disponibilità di dispositivi tecnologici associata alla crescente diffusione delle “reti” telematiche e di hardware informatico, insieme ai cambiamenti demografici e di morbidità, hanno rivoluzionato la cura del diabete, consentendo l’adeguatezza e l’appropriatezza delle cure in condizioni di massima sicurezza. In condizioni di “emergenza” quale quella pandemica, questo è reso tanto più importante per garantire le dovute cure e la sicurezza dei pazienti e degli operatori. Con le recenti innovazioni tecnologiche, il monitoraggio glicemico in continuo (CGM) o i sistemi integrati di microinfusione insulinica e CGM (pancreas artificiale) rappresentano un ulteriore opportunità per il raggiungimento di un obiettivo glicemico il più possibile vicino alla normalità e la riduzione del rischio di complicanze microangiopatiche nel diabete di tipo 1. L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori. Il trattamento dell’obesità include terapie comportamentali, legate alla dieta e all’attività fisica, terapie farmacologiche e chirurgiche. L'acquisizione, nell’ultimo decennio, di farmaci sempre più maneggevoli, flessibili, con minori effetti correlati e, soprattutto, sempre più "mirati" a correggere una ben determinata alterazione fisiopatologica, ha rappresentato un passo in avanti fondamentale nella cura del diabete tipo 2. Nelle linee guida internazionali, gli algoritmi di terapia farmacologica del diabete tipo 2 pone i farmaci “innovativi” in un ambito di scelta prioritario, rispetto a quelli di più antico utilizzo, in base al profilo di rischio cardiovascolare delle persone con diabete. Le ragioni per questa importante “svolta” sono da ricercarsi prevalentemente nell’evidenza di profili di sicurezza maggiori e di sostanziali benefits (nel caso di SGLT2-inibitori e agonisti recettoriali del GLP-1), rispetto al placebo. La terapia insulinica rimane una valida ed indispensabile opzione nel trattamento del diabete tipo 2. Al centenario della sua commercializzazione, la terapia insulinica include analoghi ad zione rapida e ultrarapida, analoghi dell’insulina ad azione basale e biosimilari. Sono in arrivo formulazioni a mono-somministrazione settimanale che potrebbero alleggerire il numero di iniezioni per le persone con diabete e contribuire a migliorare il 3 controllo della malattia e della qualità di vita. Le combinazioni di insulina e GLP-1RAs a rapporto fisso potrebbero rappresentare una ulteriore opportunità terapeutica “oltre” la terapia insulinica, quando quest’ultima, al massimo grado di ottimizzazione, non risulta più
efficace.
Le alterazioni di funzione e di organo correlate al diabete sono molteplici; tra esse vi sono le alterazioni della funzione sessuale. Seppur prevalenti e associate ad elevata morbilità, le disfunzioni sessuali sono marginalmente prese in carico dalla sanità pubblica nella popolazione diabetica.
In tale contesto, lo scopo del corso di aggiornamento è di: migliorare ed aggiornare la conoscenza teorica sulle nuove acquisizioni riguardanti la prevenzione del diabete, l’impatto sociale e clinico, e soprattutto sulle varie opportunità terapeutiche del diabete tipo 2 nel contesto dell’emergenza COVID-19; consentire l’acquisizione di tecniche e protocolli di gestione del paziente diabetico, per un migliore follow up del profilo glicemico e delle complicanze del diabetico, con particolare riferimento al piede diabetico e a disfunzioni sessuali; migliorare la compliance del rapporto medico-paziente, al fine di responsabilizzare il paziente diabetico alla gestione della malattia durante la pandemia COVID-19.